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Due Tornado dell'Aeronautica Militare si scontrano in volo - Two Italian Tornado jets collided mid-air sparking huge fireball

Due Tornado dell’Aeronautica Militare decollati da Ghedi (Brescia) sono precipitati dopo una collisione in volo sui cieli delle Marche. 

Two Tornado aircraft, belonging to the 6° Stormo (Wing) of the Italian Air Force, crashed after colliding midair near Ascoli Piceno, in central east Italy. The fate of the four crew members (each aircraft is flown by a pilot and a navigator) is still unknown.

I due jet erano decollati dalla Base del 6° Stormo di Ghedi, rispettivamente il 19 agosto alle 15.22 e alle 15.27 per una missione di addestramento propedeutica ad un’esercitazione NATO in programma nel prossimo autunno. Le missioni prevedevano un trasferimento nei cieli dell’Italia centrale e una zona di “lavoro” racchiusa in un trapezio che comprende tre città: Perugia, L’Aquila e Rieti sulle colline subito alle spalle di Ascoli Piceno, nella zona di Poggio Anzù, nel Comune di Venarotta. A bordo di ciascun velivolo sedevano il pilota e il navigatore, rispettivamente il capitano pilota Alessandro Dotto, 31 anni e il capitano navigatore Giuseppe Palminteri, 36 anni a bordo del primo caccia; il capitano pilota Mariangela Valentini, 32 anni e il capitano navigatore Paolo Piero Franzese, 35 anni, sul secondo.
Ancora da chiarire la dinamica del disastro. Sembrerebbe che i due tornado, stando ai primi riscontri, volavano a circa 1800 piedi e l’impatto fra i due caccia sia stato ortogonale, in pratica i due aerei si sono scontrati perpendicolarmente mentre volavano una delle aerovie a disposizione per raggiungere il punto di un’esercitazione. I due piloti e i due navigatori non hanno fatto in tempo a lanciarsi con il sedile eiettabile e sono morti subito a causa del violentissimo impatto seguita da una forte esplosione avvenuta in cielo dopo lo scontro. I corpi finora localizzati sono stati infatti ritrovati molto lontano dal luogo dell'impatto dei jet: uno, il primo rinvenuto ieri mattina, era a circa un chilometro e mezzo, un altro a 700/800 metri. Inoltre i corpi erano carbonizzati e mancanti di diverse parti del corpo. L'esplosione in cielo non avrebbe quindi lasciato loro scampo, anche perché i due Tornado avevano i serbatoi pieni di cherosene. Restano le testimonianze, acquisite dai PM ascolani ma anche queste discordanti, di chi racconta che i velivoli volavano molto bassi. Racconta un testimone che era al lavoro nei campi proprio nel momento dell’incidente: «Prima c’è stata una palla di fuoco, due o tre secondi dopo è stata sorvolata da un aereo integro che volava a bassissima quota, forse 30 metri, che è andato a schiantarsi su lato della collina, dopo essersi infilato sotto i cavi dell’alta tensione». Mentre un altro testimone, ricostruisce così la dinamica: «I due aerei venivano uno da nord e uno da sud. Il primo era in curva, piegato a novanta gradi. Sono andati l’uno contro l’altro».
Comunque pian piano emerge che la causa di tutto ciò potrebbe essere un errore umano, forse seguite da una concatenazione di eventi che ha aggravato la situazione, ma sarà l’inchiesta a dirlo.

Aggiornamento al 26 agosto
Morte immediata. I quattro piloti vittime del terribile incidente aereo di una settimana fa non hanno probabilmente avuto neppure il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo,  l’impatto tra i due Tornado si presume che possa essere avvenuto ad una velocità di circa 800 chilometri orari. Sembrerebbe anche da escludere l’ipotesi che uno dei due militari abbia accusato un malore poco prima dello scontro. Leggi tutto...


Zona dell'incidente

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