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Crash Investigation - La maledizione di Los Roques

Il Britter Norman Islander caduto il 4 gennaio a Los Roques.
Sono state successivamente aggiunte delle bande blu e gialle (vedasi filmato)

La maledizione delle isole Los Roques, come dice qualcuno, ha colpito ancora. Un altro aereo scomparso e altri connazionali inghiottiti nel mistero. Come l'incidente avvenuto il 4 gennaio del 2008 dove un aereo della Transaven scompariva a Los Roques con otto italiani a bordo di cui non si è saputo più nulla.

January 4 2013. The Curse of the islands of Los Roques, as some say, has struck again. Another plane disappeared. As the incident occurred on January 4, 2008, where a Transaven plane disappared to Los Roques Area  with eight Italians onboard were never recovered their bodies.

E come sempre anche questa scomparsa si tinge di giallo. I media inizialmente hanno parlato di dirottamento condotto da trafficanti di droga (che in Venezuela sono come i nostri scafisti con le sigarette di contrabbando). Con il passare del tempo prende corpo l’ipotesi che l’aereo sia caduto per cause da accertare.
Vediamo i fatti così come descritte dalle agenzie di stampa e su internet.
Sono le ore 11.30 locali del 4 gennaio. Quattro passeggeri di nazionalità italiana s’imbarcano all’aeroporto di  Los Roques, isole a 150 km a nord di Caracas. Quel giorno l'aeroporto sembra uno scalo internazionale, tantissimi turisti che si godono il sole dei Caraibi grazie alle vacanze di fine d'anno. A fine giornata si contano 125 movimenti. L'aereo cui prendono posto i passeggeri è un Britten Norman BN-2A-27 "Islander", marche YV2615 (secondo la U.S.-based Aviation Safety Network le sue marche indicano che l’aereo aveva volato negli USA e recentemente era stato trasferito in Venezuela e acquistato dalla società Transaero 5074). L’aereo aveva effettuato il suo primo volo l’11 aprile del 1968. Si sconosce il calendario delle manutenzioni  o se il velivolo avesse problemi prima della partenza. Ai comandi, due piloti che non si possono definire novellini. Il comandante, 72 anni, è un vecchio lupo dell’aria con 18 mila ore di volo, mentre il suo vice ne ha solo, si fa per dire, 5 mila. La rotta è semplice: decollo da Los Roques fino all’aeroporto di Caracas “Simon Bolivar”, un volo di circa 45 minuti di volo. Le autorità venezuelane riferiscono che alla partenza dall’aeroporto di Caracas l’aereo aveva imbarcato una quantità di carburante sufficiente per tre ore di volo. Le condizioni del tempo sono buone e il decollo avviene alle 11.45 circa (alcune fonti non ufficiali parleranno poi di parziale e non limitata nuvolosità, comunque non pericolosa). Sul decollo del velivolo da Los Roques esiste anche un video
L’ultimo segnale dell'aereo è una comunicazione del pilota che dice di essere a 10 miglia dal VOR di Gran Roque, sulla radiale 325.
Poi il silenzio.
Cosa può essere accaduto? Due ipotesi al vaglio degli inquirenti: una most likely e l’altra è più che una speranza.
La prima è che l’aereo abbia avuto un "incident". Guasto, condizioni meteo? Indubbiamente deve essere accaduto qualcosa di così tanto improvviso da non aver dato tempo ai piloti di comunicare il may day.
Testimoni sull'isola parlano di nuvolaglie temporalesche circoscritte nelle quali avrebbero visto il velivolo  buttarvisi dentro. 
La tesi che prende piede è che la causa dell'incidente potrebbe essere un cedimento strutturale e ciò spiegherebbe il perchè i piloti non abbiano avuto il tempo di lanciare l'allarme. Quindi un collasso repentino e immediato della struttura che non avrebbe dato scampo a nessuno. Secondo la testimonianza di un italiano che possiede una piccola compagnia aerea, la Chapi Air e una Posada a Los Roques, l'aereo potrebbe essere stato colpito da un fulmine e avanza dubbi sulla compagnia aerea Transaero 5074, messa in piedi tre mesi prima. Nella trasmissione "Porta a Porta" di Bruno Vespa dell'8 gennaio, sempre il proprietario della Chapi Air (Serloni), fornisce qualche indicazione sull'aereo ovvero che il cockpit aveva una strumentazione digitale, quindi non un aereo con strumentazione analogica o vecchia.
L'altra ipotesi, ma questa è una chimera, è che i piloti sapevano dell’importanza di uno dei passeggeri (Missoni, CEO di una delle più importanti case di moda) e abbiano dirottato volutamente o indotti, magari con ricatti, l’aereo in qualche remota località sperduta del Venezuela per una successiva richiesta di riscatto. Ma, ripeto, questa ipotesi è da prendere con molta immaginazione.
I dubbi si concentrano sull'aereo e sulla manutenzione.
Il Britter Norman Islander è un aereo sicurissimo e prodotto in quasi 1300 esemplari e utilizzato anche da aviazioni militari di diversi paesi. Il discorso cambia quando si parla di manutenzioni. Il governo venezuelano riferisce che le loro autorità aeronautiche sottopongono a controllo tutti i velivoli, ma si sa che la corruzione, anche spicciola, da quelle parti è alta.
Chiaramente saranno le autorità competenti a stabilire la causa della scomparsa. Utile è l’intervista fatta al capo della Direzione Generale Prevenzione e Investigazioni sugli Incidenti Aerei (Dgpiia), generale di brigata Lorllys Ramos. Infatti dice:
“L’ipotesi che riteniamo più concreta è che il velivolo sia caduto in mare per cause che non conosciamo. Tra breve avremo a disposizione le informazioni del Gps che era a bordo” e in questo modo si capirà che rotta ha seguito il velivolo.
In base alle prime informazioni sulle quali stiamo ottenendo conferme l’aeroplano era in buone condizioni” e il “tempo era normale per questo periodo dell’anno”.
L’ufficiale ha poi precisato che ‘’queste sono le uniche ipotesi; per quanto riguarda quella del sequestro, finora - ha detto - non abbiamo alcun indizio che la possa appoggiare’’. Al momento nulla sembra inoltre suffragare le ipotesi di un guasto tecnico o di un problema causato dalle condizioni meteo. ‘’In base alle prime informazioni, sulle quali stiamo ottenendo conferme, l’aeroplano era in buone condizioni’’, ha precisato Ramos, e ‘’il tempo era normale per questo periodo dell’anno, il cielo era quasi del tutto limpido. Abbiamo alcune segnalazioni, che non provengono da organismi ufficiali di meteorologia ma da osservazioni di alcuni testimoni, che parlano di limitate e parziali nuvolosità, condizioni che in ogni caso non erano affatto pericolose’’.
Inizialmente si è parlato che l’aereo non avesse il GPS. Invece l’alto funzionario asserisce che il GPS era in dotazione (poi, parliamoci chiaro, gli aerei che ne sono sprovvisti ormai sono pochissimi, dato anche il costo!). E poi, anche se non avesse avuto il GPS,  la rotta era facile da mantenere grazie ai VOR di Gran Roque e Caracas. Ricordiamoci che fino a due decenni fa si volava senza GPS.
Si era parlato di un possibile dirottamento da parte di Narcos, ma l’ipotesi è stata subito scartata. A bordo c’erano turisti italiani e due piloti. Che i due fossero d’accordo nel dirottare il velivolo per consegnarlo ai narcos? E perché non farlo in altri momenti, senza passeggeri? 
L'unica cosa da chiedersi è la totale assenza di rottami che normalmente dovrebbero galleggiare come frammenti dell'aereo, sedili, bagagli. Le testimonianze di altri piloti partiti subito dopo riferiscono che il mare era mosso con onde alte tre metri e che questo non ha permesso di cercare bene o, forse, di cercare nel posto giusto.
Purtroppo le ultime notizie che giungono dal Venezuela non sono rassicuranti. Negli ultimi giorni si è poi scoperto che la società Transaero non aveva le previste autorizzazioni per volare rilasciate dall'aviazione civile venezuelana.
Per sapere qualcosa in più bisognerà recuperare i relitti. Le correnti marine sono molto forti e solo dalla mezzanotte del 9 gennaio, secondo gli esperti, potrebbero restituire qualche rottame.


Vista dell'aeroporto de La Orchilla 

Torre di controllo dell'aeroporto di La Orchilla

Mappa dell'area e rotta dell'aereo. Come si vede nella zona sono presenti numerosi radioausili per la navigazione.

Cockpit  analogico di un Islander 

Cockpit parzialmente digitale. In primo piano il GPS



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