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Eutanasia dell'A.G. - Euthanasia of General Aviation

Dopo l’entrata del Decreto "salva Italia" vedremo volare ancora velivoli con le marche “India”?
 

In Italy the economic law "Saving Italy" could destroy the Italian General Aviation . We will fly with aircraft with the callsign "India" again?

A scanso di equivoci voglio premettere un paio di cose. Primo: non sono e non sono mai stato un possessore di aerei di qualunque tipo sia dell’A.G. sia del VDS. Secondo: sono d’accordo che l’evasione deve essere combattuta e chi evade, deve essere perseguito con sanzioni anche pesanti. E' un momento difficile per il paese e tutti siamo chiamati a contribuire, ma ciò deve essere equo e soprattutto fattibile. Terzo: in questo blog non faccio politica e mai ne farò.
Il comma 14 bis dell'art. 16 del decreto "Salva Italia" ammazzerà definitivamente l’Aviazione Generale italiana, peraltro in perenne stato comatoso. L'aviazione civile è sempre stata vista e lo è ancora ora, più di prima come una cosa per ricconi. I governi che si sono succeduti, di qualunque colore, hanno abbandonato a sè stessa l'A.G., ma quando se ne sono interessati, il settore è stato investito da leggi e decreti che si sono rivelati disastrosi. 
Nessun governo ha voluto investire nell'A.G. che invece, per le potenzialità possedute, potrebbe portare nelle casse dello Stato molto di più di quello che la tassa vorrebbe ottenere.
La flotta italiana dell'A.G. è vecchia con una media di 20 anni destinata ad allungarsi inesorabilmente. 
Ma veramente questa tassa potrà contribuire a colmare il deficit ? Facciamo due conti. I velivoli immatricolati in Italia (aggiornamento al febbraio 2011) erano 2700. Se a questa cifra togliamo gli aerei degli aeroclub e delle aziende di lavoro aereo, risultano meno di un migliaio di velivoli potenzialmente tassabili.
Il gettito previsto dallo Stato è di 85 milioni di euro, ma questo se avessimo una flotta di aerei da 5/7 tonnellate, bimotori pesanti e executive, ma calcolando che tra i mille aerei sfigati la maggior parte è composta da C 172 e similari, a conti fatti  l'introito potrebbe aggirarsi a circa 2,2 milioni di euro (fonte Volare magazine).
Quindi un Cessna 172, magari di una trentina d’anni, valutato quanto una media automobile, a secondo delle’interpretazione della legge (già anche questa perchè alcune cose non sono chiare), pagherebbe circa 1750 euro all’anno.
Si tratterà di un’eutanasia per l’A.G. perchè i piccoli proprietari si troverebbero a pagare una tassa annua che si aggira sul 5-9% del valore di mercato attuale del velivolo. 
Ciò non è limitato ai soli possessori di aerei con marche italiche, ma anche ad aerei stranieri che sostano più di 48 ore sul territorio italiano! 
Si avete capito bene. Se un aereo straniero atterra sugli italici aeroporti, deve pagare la stessa tassa. Un suicidio perchè nessuno straniero verrebbe in Italia con il proprio aereo. Il tam tam internazionale del web (la vera potenzialità di internet) è già partito. Le AOPA internazionali (Associazione dei proprietari di velivoli) come AOPA Germany, AOPA UK hanno già avvertito i propri iscritti con un warning circa le soste nel belpaese superiori alle 48 ore, anche per sorvolare lo stivale. Si...perchè se malaguratamente per una emergenza si è costretti ad atterrare e a sostare per più di 48 ore (magari per aspettare un pezzo di ricambio) si paga. La ricaduta sul turismo proveniente dell'estero sarà catastrofica anche se ora si parla di modifica in quanto la tassa sarà forse pro rata, cioè calcolata sugli effettivi giorni di sosta.
Permettetemi però una considerazione personale.
Ricordo chiaramente che nel 1991 (sono un pò stagionato e allora ero un giovane allievo pilota), con il governo Amato, già una legge simile era stata emanata provocando la fuga di tanti aerei, la fine di tanti piloti, la demolizione di alcuni velivoli, con il risultato che t
ante aziende furono costrette a chiudere e a licenziare tecnici, specialistidi senza contare una drastica riduzione della flotta nazionale dell'AG. Gli introiti di tale legge furono così irrisori che tre anni dopo tale tassa fu abolita. Ma il danno era stato fatto. Alla fine, per una bieca ottusità del legislatore, lo stato perse quasi 50 miliardi di lire per guadagnarne 3!
Conosco un paio di amici che possiedono ciascuno un Cessna 172. Sono dei semplici lavoratori, uno nel pubblico impiego, l'altro nel privato, hanno stipendi che rientrano nella media, non sono ricchi, non posseggono un SUV (i SUV partono anche da 15 mila euro quindi definire il possessore di un SUV ricco...ma questa è un'altra storia) vanno al ristorante 1 o 2 volte al mese con i voucher di Groupon. Purtroppo hanno (e non solo loro) una maledetta passione: l'amore per il volo. Con tanti sacrifici hanno acquistato tanti anni fa gli aerei (già con tante ore all'attivo), li hanno amorevolmente curati,  pagando la tassa di stazionamento e l'iscrizione al club quando andava bene. Non parliamo per i pezzi di ricambio o per le manutenzioni (lì non si va in ferie!) il tutto per permettersi, forse, un paio d'ore di volo al mese. Gente con una vita normale, ma con una passione (qualcuno lo chiama hobby) lodevole; senza di queste persone non avremmo nemmeno i mille aerei dell'A.G. italiana e il nostro codice nazionale "India" sarebbe già sparito. Roba da 3° mondo.
Inoltre chi crede che con questa legge i presunti evasori proprietari di aerei verranno indiduati si sbaglia. Non perchè questi siano così abili da sparire dalle maglie del fisco, ma per il semplice fatto che tutti gli aerei immatricolati in Italia sono registrati all'ENAC e i proprietari sono già individuati. Sono quelli come i miei due amici, o quelli che restaurano o costruiscono piccoli aerei per passione. La maggior parte dei velivoli di classe superiore, che dovrebbero garantire il gettito previsto dallo Stato, sono intestati a società che sono esenti, per legge, dalla tassa. Gli evasori veri, quelli con il bireattore, hanno immatricolato l'aereo all'estero (Francia, Svizzera) e si guarderanno bene dal venire in Italia. 
Voglio fare un esempio: un Cessna 172 del 1962 costa 19.638 euro (con questo prezzo ci compri una 500 o una Punto), la tassa da versare è di 1750 euro (stima ottimista) quasi il 9% del valore. E come se il proprietario di una Ferrari che costa 300 mila euro ne versasse 27 mila all'anno, ma in realtà ne paga 5 mila! 
Concludendo sottolineo che la tassa, pur essendo odiosa e che va a colpire i soliti noti, deve essere pagata, ma in maniera equa.
E’ un peccato che un paese, settima potenza economica mondiale, di antichissime tradizioni aeronautiche in possesso di altissime eccellenze sia tecniche che umane sia la cenerentola dell’Europa, dove le marche “I” sono e saranno sempre di più introvabili come la classica figurina panini.

Ah... dimenticavo. L'autore del comma 14 bis, l'onorevole Proietti Cosimini, ha ammesso candidamente in una intervista (Volare Magazine) che sconosce il mondo dell'aviazione e cercherà di capire meglio le dinamiche di questo settore.


Forum AOPA Italia
Articolo de la Repubblica
 

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